Falsi miti sulla CBD

Le informazioni che riguardano l’assunzione di cannabidiolo sono sempre diverse perché, purtroppo, c’è ancora molta disinformazione.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che con “cannabis light”, meglio nota con l’acronimo CBD, si indica una pianta leggera composta da una molecola non psicoattiva della cannabis.

Di conseguenza, viene considerata legale e può essere usata sia per scopi personali che nell’ambito alimentare e cosmetico.

Facciamo chiarezza sull’argomento sfatando i diversi luoghi comuni riguardanti il CBD.

1. È UNA DROGA PERICOLOSA CHE CREA DIPENDENZA

Falso: il principio responsabile dell’assuefazione alla marijuana è il THC che, nella cannabis light, è presente in quantità moderate. Di conseguenza, la pianta differisce notevolmente dai meccanismi di dipendenza o astinenza di sostanze come eroina e cocaina;

2. PROVOCA EFFETTI STUPEFACENTI

Falso:  il CBD non è psicoattivo e, anche in dosi elevate, non crea alcun effetto stupefacente;

3. RIDUCE LA CAPACITÀ DI CONCENTRAZIONE

Falso: la struttura chimica del cannabidiolo non è associata ai recettori dell’umore. Per questo motivo, il CBD non può ridurre la capacità di concentrazione;

4. NON È SICURO PER GLI ANIMALI

Falso: in realtà, secondo una ricerca riportata sulla rivista “Current Drug Safety”, il cannabidiolo si rivela particolarmente utile per gli animali domestici che soffrono di ansia da separazione;

5. ALIMENTA IL MERCATO ILLEGALE

Falso: grazie alla cannabis light, lo spaccio di marijuana illegale in Italia è diminuito dell’11,5% procurando un calo dei ricavi per le organizzazioni criminali di circa 200 milioni di euro l’anno.

L’importante è essere consapevoli di quello che si assume e rivolgersi sempre a produttori che seguano scrupolose linee guida per la produzione e il confezionamento dei propri prodotti.